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AlessandriaAlessandria [a-les-sàn-dria] (Lisandria in piemontese comune, Lisondria in dialetto alessandrino) è un comune italiano di 95.009 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia. È il terzo comune della regione per popolazione e il primo per superficie. La città è collocata esattamente al centro del triangolo Torino-Milano-Genova, costituendo quindi un nodo di interscambio importantissimo per le tre città e per le regioni di cui queste fanno parte. Sorge nella pianura alluvionale formata dai fiumi Tanaro e Bormida, in prossimità del loro punto diconfluenza. Grazie alla sua posizione al centro del triangolo Torino-Genova-Milano, la città costituisce un importante nodo autostradale e ferroviario con scalo di smistamento di testa, situato nel sud-ovest della stazione viaggiatori. È servita dall'autostrada A21 e dall'autostrada A26. È una città caratterizzata da lunghi e ampi viali a più corsie e da grandi ed ariose piazze. Alessandria è caratterizzata da un clima tipicamente padano, con inverni freddi e nebbiosi ed estati calde ed afose. Le piogge non sono molto abbondanti (circa 600 mm), e cadono prevalentemente in autunno ed in primavera. Alessandria ha un clima più continentale rispetto al resto del Piemonte. Gli inverni, a causa del maggior numero di giorni nebbiosi, tendono ed essere più rigidi (media di +0,4 gradi a gennaio), mentre le estati sono afose ma molto più soleggiate e secche: il mese più caldo, Luglio, ha una temperatura media di +24 gradi ed è anche il più siccitoso, con 32 mm di pioggia spesso concentrati in uno o due temporali (al culmine dell'estate le perturbazioni atlantiche tendono a scorrere molto più a nord). La città nacque nella seconda metà del XII secolo con il toponimo di Civitas Nova su un nucleo urbano già esistente costituito dall'antico borgo diRovereto. La città fu fondata ufficialmente nel 1168 e in quell'anno assunse il nome attuale in onore di Papa Alessandro III, che promulgò in quel periodo le azioni contro il Sacro Romano Impero e che aveva scomunicato Federico Barbarossa. Il 29 ottobre 1174 Alessandria subì un attacco delle forze imperiali che avevano già espugnato nei mesi precedenti Susa ed Asti e che però rimasero bloccate di fronte al fossato che circondava la città: cominciò così un lungo assedio che terminò il 12 aprile 1175, Venerdì Santo, con la resa degli uomini del Barbarossa. Nel 1183 dopo la Pace di Costanza e su ordine dell'Impero, la città assunse il nome di Cesarea, mantenendolo però per un breve periodo. Nel 1198 divenne Libero comune. Nel Medioevo Alessandria per oltre due secoli mantenne la condizione di libero comune entrando in conflitto con le vicine Casale, che era ancora parte del Marchesato del Monferrato, con Asti e con Pavia, le quali temevano una sua possibile espansione. La città, conosciuta allora con il nome diAlessandria della Paglia o Alessandria della palude per le sue fortificazioni in semplice paglia e fango, passò in seguito sotto la protezione deiVisconti e successivamente sotto il Ducato di Milano. Fu probabilmente sul principio del XIII secolo che si stabilirono nella città gli ebrei, dove vi fondarono con l'andare del tempo una sinagoga. Nel 1707 fu conquistata dal Principe Eugenio, finendo così, dopo i trattati di Utrecht del 1713, nelle mani dei Savoia. Alla fine del ‘700 l'intero Piemontefu colpito dalle battaglie conseguenti alle mire espansionistiche di Napoleone Bonaparte e se già dopo l'armistizio di Cherasco l'influenza dell'imperatore corso era tangibile, nel 1802, dopo la battaglia di Marengo (vinta dalle truppe napoleoniche), Alessandria fu ufficialmente annessa allaFrancia assieme a tutta la regione, diventando capoluogo del Dipartimento di Marengo. Successivamente, nel 1814, la città venne conquistata dagliaustriaci e il 30 maggio di quello stesso anno, dopo i trattati di Parigi, entrò a far parte del Regno di Sardegna in quanto fu restituita ai Savoia. Il 10 marzo 1821 l'insurrezione partì da Alessandria. La città per la sua importanza strategica, era il perno intorno a cui dovevano ruotare le operazioni della congiura ed è lì che i patrioti iniziarono a convergere da ogni parte. La scintilla partì proprio dai dragoni del re sabaudo. Promotore del moto costituzionale, Giacomo Garelli, un ex ufficiale dell'esercito napoleonico. Il comandante Isidoro Palma comandante della Brigata Genova, occupò la cittadella nella notte tra il 9 e il 10 marzo con Dragoni del Re, insieme alla Brigata Genova e a un gruppo di volontari armati; il capitano delle porte fu costretto a consegnare le chiavi e venne arrestato il comandante. Guglielmo Ansaldi, comandante in seconda della Brigata Genova, proclamava la liberale Costituzione di Spagna, e sul pennone si innalzò la bandiera tricolore. All'alba del giorno seguente le artiglierie annunciarono la vittoria della libertà: la bandiera tricolore sventolava sulle torri del forte e si creò un comitato governativo provvisorio. È l'episodio che Giosuè Carducci descrive nei versi di Piemonte, nelle Odi barbare: «Innanzi a tutti, o nobile Piemonte, quei che a Sfacteria dorme e in Alessandria diè a l'aure per primo il tricolore, Santorre di Santarosa». Durante il Risorgimento, Alessandria fu un importante centro liberale. Nell'ottobre 1859 fu scelta come capoluogo di provinciadi una delle prime quattro province piemontesi, per una fetta di territorio che comprendeva anche l'astigiano. Il 25 luglio 1899diventò la prima città italiana capoluogo di provincia ad essere governata da una Giunta a maggioranza socialista: quel giorno venne infatti eletto sindaco della città l'orologiaio Paolo Sacco. La nascita delle Ferrovie e l'incremento dei commerci nel Nord-Italia, alla fine dell'Ottocento trasformarono Alessandria in uno dei punti nevralgici per il mercato italiano. Per la sua posizione, al centro dei collegamenti tra Torino, Milano e Genova, in questo periodo la città conobbe un grande incremento demografico. Sotto il Fascismo Alessandria mantenne la sua importanza; negli anni trenta furono eretti importanti edifici pubblici e opere architettoniche, come il Dispensario Antiturbercolare, progettato da Ignazio Gardella e il Palazzo delle Poste e dei Telegrafi, decorato dai mosaici di Gino Severini. Nel corso della seconda guerra mondiale, la città subì ripetuti e pesanti bombardamenti aerei e la sua Sinagoga fu saccheggiata e parzialmente distrutta dai fascisti nel dicembre del 1943. Nel dopoguerra Alessandria seguì le sorti del Nord-Italia, conoscendo inizialmente quello sviluppo e quella forma di benessere che si diffuse nel Settentrione nel corso degli anni sessanta con il boom economico, conoscendo anche l'immigrazione della gente proveniente dalle regioni del Sud e arrivando a superare i 100.000 abitanti nel 1970. Successivamente, quando gli effetti delboom economico rientrarono, Alessandria conobbe un calo demografico. La città venne anche scossa dai fatti di cronaca a sfondo politico che insanguinarono l'Italia degli anni settanta: il 9 e il 10 maggio 1974, una rivolta interna al carcere si risolse tragicamente, con 7 persone morte e 14 ferite: quest'episodio fu ricordato come la "Strage di Alessandria". Inoltre, fu in una cascina nei pressi della città piemontese che si tennero le prime riunioni del gruppo delle Brigate Rosse ed ebbe luogo il sequestro Gancia. Il 6 novembre 1994 Alessandria fu pesantemente colpita da una gravealluvione che la investì per buona parte sommergendo ampie zone residenziali (specialmente i quartieri Orti, Rovereto, Borgoglio, Borgo Cittadella, Astuti e San Michele) e varie frazioni. L'alluvione, che fu causata dallo straripamento del fiume Tanaro, provocò anche la morte di undici persone oltre a danni ingentissimi sia alle abitazioni private che alla struttura economica cittadina. Nel 1998 diventò sede, assieme a Novara e Vercelli, dell'Università degli studi del Piemonte Orientale "Amedeo Avogadro". Il centro della città è caratterizzato dalla vastità di piazza della Libertà, anticamente Platea Maior. La piazza d'armi voluta da Napoleone fu ottenuta mediante la demolizione, avvenuta nel 1803, dell'antica cattedrale del XIII secolo opera dell'architetto Ruffino Bottino. Recentemente sono stati portati alla luce i resti delle fondamenta per studi di approfondimento e poi ricoperti. Al centro di essa sorge la statua di Urbano Rattazzi, opera di Ferruccio Pozzato, che sostituisce la fusione più antica di Giulio Monteverde, demolita per ricavarne metallo nel 1943, durante la seconda guerra mondiale.
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