Центральный Дом Знаний - Aliminusa 1

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Aliminusa 1

L’asta verticale sarà ricoperta di velluto dei colori del drappo con bullette argentate poste a spirale.

Nella freccia sarà rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome.

Cravatta con nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d’argento.

Toponimo

  • Rahal minusa

il prefisso Rahal in arabo significa casale o villaggio.

  • Rachalminusa

Il riferimento al toponimo è documentato nel testamento di Matteo Sclafani del 1333 in cui dice di aver comprato il feudo e il casale di Rachalminusa dal figlio di Gualtiero Fisaula, Giovanni.

  • Terrae Harminusae

Del XV secolo è una carta, ora conservata nell'archivio degli Uffizi Fiorentini con il titolo di Terrae harminusae

  • Larminusa

Aloisia de Luna prende possesso, tramite il proprio procuratore Francesco de Ansaldo, di Scillato e del feudo di Regaleali e quella di altri feudi quali lo vosco di Cuchiara, lo vosco di Granza, lo vosco di Cardulino, lo vosco di Santa Maria, lo vosco di Larminusa de membris et pertinentia terre, di Caltavuturo e Sclafani.

  • Alminusa

Mario Cutelli nel suo testamento redatto il 28 agosto 1654 innanzi al notaio Giovanni Antonio Chiarella di Palermo, così disponeva:


« Lascio un legato di onze dieci l'anno per maritaggio di una figlia delli mei vassalli di detta terra d' Alminusa, cioè essendoci femina nubile per consequtione di detto legato, preferendo li schetti et poi li vidui, con che habbiano habitato di continuo anni sei in detta terra et stiano attualmente, incominciando dal vassallo più antiquo et andando cossì di anno in anno, et non ci essendo in alcuno anno soggetto nessuno per casarsi con detti requisiti si habbia di spendere nella fabrica et adorno della chiesa di Santa Anna, alla quale li legho onze dieci semel tantum per farsi un baldacchino et altri addrizzi a voluntà di mia moglie»

  • Arminusa

questo termine viene riportato nell'Ottocento in molti scritti.

  • Aliminusa

il termine arminusa viene poi italianizzato in Aliminusa, facendo nascere molte speculazioni sul significato del nome soprattutto per l'iniziale Alì.

Toponomastica dei luoghi [modifica]

  • Cozzo de Luna, è un colle a nord di aliminusa, che prende il nome dalla famiglia de luna i cui componenti furono Conti di Sclafani e signori di Larminusa.

  • Cubba, (dall'arabo qubba, "cupola") è il nome di una antica costruzione oggi in rovina, e da questa prende il nome la contrada in cui sorge.

  • Ramusa, è una contrada che richiama all'antico nome rahalminusa.

  • Passu di Gulisanu, è una contrada che indica l'antico passo per la Contea di Golisano, fino al 1430 l'attuale territorio comunale di cerda faceva parte della contea di Golisano.

  • Rocca del Corvo, è un colle che probabilmente prende il nome da Pietro Corvo.

  • Cardulinu,[33] è un bosco il cui nome oggi viene erroneamente italianizzato in cardellino, ma in siciliano cardellino si dice cardiddu, il suo significato è da ricercare probabilmente nel nome dialettale del fungo Pleurotus eryngii var. Ferulae, volgarmente conosciuto come fungo di ferla.

  • Granza e Santa Maria sono ricorrenti nella toponomastica dei Cavalieri templari e Larminusa è assai simile a Larménius.

  • Soprana, Granza soprana anticamente indicava la parte superiore del feudo di Granza.

Monumenti e luoghi d'interesse

  • Il Baglio, (dall'arabo edificio con cortile) è orientato verso nord-est, ha pianta rettangolare con corte interna a U divisa dal palazzo signorile culminante in due torrette e terrazza. Le parti laterali servivano per l'abitazione della servitù, per i granai e le scuderie. Nella parte posteriore vi è la foresteria e un giardino con un pozzo di acqua potabile.

  • Adiacente al baglio sorge la chiesa dedicata a Sant'Anna, originariamente cappella del baglio, aperta al culto nel 1809.

  • Nel territorio comunale ricade la Riserva naturale orientata Bosco di Favara e Bosco Granza.

Il 19 marzo è la celebrazione di san Giuseppe; in tale giorno alcune famiglie, come ex voto, prepararano una tavola bandita di cibi (non di carne), che vengono poi offerti durante il pranzo di san Giuseppe ai cosiddetti Virgineddi, fanciulli che tradizione vuole siano in numero dispari e originariamente anche poveri, che durante il pranzo ringraziano il santo. Per il pranzo, aperto a tutti, viene preparata la "ghiuotta", una pietanza a base di verdure in agrodolce; la pasta con i finocchietti selvatici, la pasta con le sarde e la mollica, le tagliatelle con lenticchie, il baccalà fritto, fritture di cavolfiori e cardi in pastella. Per quanto riguarda i dolci, le sfinci d'uova e la pignolata al miele. 

Alla conclusione della raccolta delle messi, da sempre il 24 agosto si festeggia San Calogero e si svolge la fiera agricola.

San Calogero è raffigurato con abito da eremita e da abate basiliano, con in mano la bibbia e a lato la cerva che, diventato anziano, secondo la tradizione il Signore gli inviò per nutrirlo col suo latte.

Negli anni settanta, al fine di ritrovare i tanti compaesani emigrati che ritornavano in estate, si decise di anticipare i festeggiamenti di santa Rosalia e della Madonna del Rosario, che fino ad allora si celebravano rispettivamente il 4 settembre e la prima domenica di ottobre, e celebrare tre giorni di festa consecutivi, il 22 (s. Rosalia), 23 (Madonna del Rosario) e 24 agosto (San Calogero).

Dal 2011, la diocesi ha deciso di invertire i festeggiamenti di santa Rosalia e della Madonna del Rosario, dato che, secondo la commemorazione liturgica, la chiesa cattolica festeggia il 22 agosto laBeata Vergine Maria Regina e il 23 agosto Santa Rosa da Lima . 

Tradizione simile al "dolcetto o scherzetto" del capodanno celtico. La sera di San Silvestro gruppi di bambini, muniti di campanacci, travestiti e con un cesto, andavano bussando a tutte le porte chiedendo i dolcetti e recitando queste filastrocche:


« Capudannu e capu di misi

li cucciddata unni su misi

sunnu misi ni la cartedda

datini unu a la vicchiariedda

la vicchiaredda un cia

datini unu a mia.

Si nun mi dati un cucciddatu

vostru maritu cadi malatu

si nun mi dati un turtigghiuni

vostra figghia v'arresta a la gnuni. »

Personalità legate ad Aliminusa:

  • Giuseppe Giovanni Battaglia (1951-1995), poeta

  • Lillo Gullo (n. 1952). giornalista RAI, poeta e scrittore

  • Pasquale Scimeca (n. 1956), regista

L'impianto urbano si struttura su assi ortagonali, dei quali la principale è via Roma, articolata su due livelli. Le lunghe schiere di abitazioni, orientate in direzione NO-SE, perpendicolarmente alle curve di livello (per agevolare il deflusso delle acque), sono intersecate da tre assi trasversali, il primo asse è Corso generale Michele Grisanti[34], che segue il percorso della strada provinciale 7, il secondo via Roma e il terzo Corso generale Cascino; gli isolati si sviluppano secondo uno schema modulare basato sulla dimensione minima dell'abitazione contadina. Unica eccezione alla semplicità del disegno urbano è il seicentesco Baglio baronale.

L'economia del paese, è prevalentemente agricola.

Le aziende agricole nel 2000 risultavano essere 84. Per quanto attiene alle principali colture, la superficie dedita alla coltivazione del frumento ammonta a 133,66 ettari, ad altri cereali 168.82, al foraggere 117,38, all'olivo 57,09, alla vite 6.58, varia coltivazioni ortive 2.39.

La superficie di suolo adibita a uso seminativo ammonta a 304.30 ettari, a coltivazioni legnose agrarie 63,67, a prati permanenti e pascoli 125,20 e a boschi 53.1.

Le aziende bovine erano 12, per 126 capi, quelle ovicaprine 9 per 495 capi.

Parte del territorio del comune di Aliminusa rientra nella zona di produzione della Doc Contea di Sclafani.

La Doc Contea di Sclafani è stata riconosciuta con DM 21.08.1996 pubblicato sulla GU n. 202 del 29.08.1996

Tipologie: Bianco, Rosso, Rosato, Ansonica, Catarratto, Chardonnay, Grecanico, Grillo, Pinot Bianco, Nerello Mascalese, Sauvignon, Cabernet Sauvignon, Merlot, Nero d'Avola, Perricone, Pinot nero, Sangiovese, Syrah, Dolce, Dolce Vendemmia Tardiva, Novello.

Nel 1827, Giuseppe E. Ortolani, scriveva di Aliminusa: esporta lino e manna.

Tra le attività artigianali ricordiamo

  • l'arte del merletto tra cui:

Tombolo, Filet, Macramè, Chiacchierino, Uncinetto, Punto Rinascimento.

  • e l'arte del ricamo:

Contato: Lo sfilato siciliano nelle varianti 'sfilato 400, 'sfilato 500, 'sfilato 700, 'sfilato 900, Norvegese, Punto antico, Reticello Antico, Croce, Mezza croce, Assisi, Punto scritto, Piatto.

Su disegno: Punto ad intaglio, Punto cordoncino a mano e macchina, Erba, Pieno, Catenella, Cappa, Broccatello, Nodini, Corallo, Filza, Margherita, Ombra, Palestrina, Raso, Vapore, Smerlo, Madera,Richelieu, Rinascimento, e altri.

Molti lavoratori trovano impiego nella FIAT di Termini Imerese e nel suo indotto.

Ad Aliminusa ha sede la casa di produzione cinematografica indipendente Arbash.

Ad Aliminusa si arriva solo dalla strada provinciale n°7 che collega la Strada statale 120 dell'Etna e delle Madonie con la Strada statale 121 Catanese. Le uscite dell'Autostrada A19 più vicine sono quelle di Buonfornello e dell'agglomerato industriale di Termini Imerese.

Il comume è servito dalla Ferrovia Palermo-Catania, tramite la stazione Sciara-Aliminusa, non collegata con il centro abitato, e la stazione di Cerda.

Gli autobus garantiscono i collegamenti con Montemaggiore Belsito, Cerda, Termini Imerese, Palermo, e Cefalù.

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